Antipolitica by Vittorio Mete;

autore:Vittorio, Mete; [Mete, Vittorio ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Farsi un'idea
ISBN: 9788815371119
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2022-06-15T00:00:00+00:00

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Fare (anti)politica con altri mezzi

La depoliticizzazione delle scelte pubbliche

Oltre che di buone intenzioni, la strada verso il successo politico è lastricata di promesse. Votate per noi – dicono compassati politici di professione e partiti mainstream, così come politici outsider e challenger parties – e le tasse si abbasseranno, gli immigrati saranno respinti, la sanità tornerà a funzionare. Gli appelli agli elettori si accompagnano a moniti drammatizzati sulla necessità di non votare per chi, invece, le tasse vuole alzare, gli immigrati far arrivare a frotte e la sanità smantellare. Le promesse e i moniti danno buoni frutti elettorali perché si basano su un assunto molto semplice, da molti dato per scontato e particolarmente enfatizzato dai politici che indossano l’elmetto della campagna elettorale permanente: la politica ha il potere, attraverso l’attività legislativa e di governo, di intervenire efficacemente sulla realtà sociale ed economica del paese. Di conseguenza, se poi le tasse non diminuiscono, gli sbarchi di migranti proseguono e la sanità peggiora, la spiegazione che i cittadini si danno è che i politici sono in malafede o incompetenti. O, come al solito, anche le due cose insieme.

In verità, la politica e i politici non hanno mai avuto il pieno controllo della società, nemmeno nel periodo di massima espansione dell’intervento statale nell’economia e quando le interdipendenze tra i paesi erano più contenute. Tantomeno lo hanno oggi questo potere, visto che la società è diventata più complessa, più interconnessa, più stratificata al proprio interno e in continua e rapida trasformazione. Ciò vale per le democrazie, ma vale perfino per i regimi autoritari. I processi di globalizzazione e di finanziarizzazione dell’economia, la concentrazione di ricchezza e potere nelle mani di grandi imprese globali (come quelle che dominano il settore delle nuove tecnologie dell’informazione), il dumping fiscale tra gli Stati e molti altri fenomeni ancora rendono evidente lo sfasamento tra una politica ancorata al livello nazionale e fenomeni che, per loro natura, sfuggono alla regolazione statale. In aggiunta, le soluzioni per nuovi e vecchi problemi – come l’inquinamento e il riscaldamento globale, le guerre e i movimenti migratori, il terrorismo internazionale e la violazione sistematica dei diritti umani – diventano anch’esse ancor di più fuori dalla portata dei singoli stati. La gestione della pandemia, con l’illusoria corsa a chiudere i confini nazionali (perfino regionali e comunali), mostra bene i limiti di ricette locali applicate a problemi globali.

Nel caso dell’Italia, è inoltre da considerare il processo di integrazione europea che incide anch’esso sulla capacità di intervento della politica nazionale. In primo luogo, ai decisori nazionali si affiancano quelli europei, che per i cittadini risultano materialmente, cognitivamente e politicamente molto più distanti e difficili da inquadrare e valutare. Soprattutto, il processo di europeizzazione sottrae ambiti di policy al livello nazionale per affidarli a organismi (come la Commissione europea) accuratamente slegati dal circuito elettorale e della delega politica. L’armonizzazione e la convergenza che si osserva in diversi settori di policy restringe il campo sul quale si confrontano e si scontrano gli attori politici nazionali. Per dissimulare l’impoverimento della posta in palio, i politici devono allora coprire con altre esche i propri ami elettorali.

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